Dal 1955, l’annuale World Press Photo Contest ha stabilito lo standard del fotogiornalismo.
Dare spazio a narrazioni di speranza è la cifra significativa di quest’anno del World Press Photo Award, che riconosce e celebra, da settant’anni esatti, le migliori immagini di fotogiornalismo dell’anno. Selezionate da una giuria internazionale indipendente tra migliaia di candidature provenienti dai quattro angoli del globo, le opere vincitrici sono raccolte nel catalogo World Press Photo 2025 edito da Marsilio Arte.
In questa pubblicazione toccante e talvolta sconvolgente, le fotografie mettono in luce il meglio del giornalismo visivo dell’ultimo anno. Suddivise in categorie tematiche, le immagini raccontano la profondità e la complessità del lavoro fotogiornalistico, mettendo il lettore a diretto contatto con immagini sensazionali, a volte scioccanti, che raccontano il nostro mondo e documentano i problemi che la nostra società affronta quotidianamente.
Quest’anno ricorre il settantesimo anniversario dalla fondazione del premio: per questa occasione l’Annuario non solo presenta i vincitori del concorso 2025, ma, in una sezione apposita, si ricostruisce la storia del premio e vengono ripubblicate alcune fotografie vincitrici delle passate edizioni, immagini che sono entrate nella storia.
È la fotografa palestinese Samar Abu Elouf a essersi aggiudicata, con lo scatto Mahmoud Ajjour, Aged Nine, realizzato per il The New York Times, il titolo di Photo of the Year nell’ambito del World Press Photo 2025. Il protagonista, Mahmoud Ajjour, è un bambino rimasto gravemente ferito durante la fuga da un attacco israeliano a Gaza nel mese di marzo 2024. Il giovane Mahmoud è stato vittima di un’esplosione che gli ha causato l’amputazione di un braccio e la mutilazione dell’altro. A descrivere e commentare la storia di questa potentissima immagine sono la stessa fotografa e Lucy Conticello–global jury chair del concorso
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