I LUOGHI DELL’ARTE

Palazzo Cini

Ospita la Galleria Cini, con mostre ed eventi culturali.

Acquistato nel 1919 da Vittorio Cini, famoso collezionista e imprenditore del secolo scorso, l’edificio veneziano che oggi porta il suo nome ospita dal 1984 la Galleria di Palazzo Cini, dove sono organizzati mostre ed eventi culturali e sono custodite le preziose donazioni della famiglia del mecenate. Spiccano le raccolte di dipinti, porcellane, arredi e nuclei di arte decorativa, a riprova degli interessi trasversali del collezionista. Nella Sala dei ferraresi sono conservati alcuni capolavori legati all’area geografica che diede i natali a Vittorio Cini. A firmarli sono, tra gli altri, Dosso Dossi, Tura e Mazzolino.

Indirizzo: Campo San Vio, Dorsoduro 864, Venezia

Palazzo Cini: uno scrigno d’arte, mostre ed eventi culturali

Acquistato nel 1919 da Vittorio Cini, famoso collezionista e imprenditore del secolo scorso, l’edificio veneziano che oggi porta il suo nome ospita dal 1984 la Galleria di Palazzo Cini. Qui sono organizzati mostre ed eventi culturali e sono custodite le preziose donazioni della famiglia del mecenate. Spiccano le raccolte di dipinti, porcellane, arredi e nuclei di arte decorativa, a riprova degli interessi trasversali del collezionista. Nella Sala dei ferraresi sono conservati alcuni capolavori legati all’area geografica che diede i natali a Vittorio Cini. A firmarli sono, tra gli altri, Dosso Dossi, Tura e Mazzolino.

La storia di Vittorio Cini

Vittorio Cini (1885 – 1977), imprenditore, filantropo e politico di origine ferrarese, svolse un ruolo determinante nella valorizzazione della sua città di adozione, Venezia, e per l’Italia intera. Dopo aver realizzato opere di bonifica, gettato le basi per la costruzione del porto di Marghera ed aver assunto la gestione dell’Ilva, nel 1943 lasciò la carica di ministro delle Comunicazioni per una profonda distanza da Mussolini. Catturato dai tedeschi, fu internato a Dachau, da dove il figlio Giorgio riuscì a farlo evadere corrompendo le SS con il denaro ricavato dalla vendita dei gioielli della madre, la grande attrice Lyda Borelli.

La nascita della Galleria di Palazzo Cini

Quando Giorgio morì in un incidente aereo, nel 1949, Vittorio si ritirò dalla politica e dagli affari per dedicarsi unicamente alla filantropia. Ottenne in concessione dallo Stato l’isola di San Giorgio, dove, in memoria del figlio, diede vita alla Fondazione Giorgio Cini: un ente privato che ancora oggi porta avanti progetti di ricerca artistica e culturale. Alla morte del mecenate, la sua sterminata collezione d’arte venne ereditata dalle figlie Yana, Ylda e Mynna. Fu la terzogenita Yana Cini Alliata di Montereale a scegliere di donare, nel 1981, una parte considerevole della raccolta alla Fondazione, gettando così le basi per la costituzione di una Galleria pubblica che celebrasse il gusto, la visione e lo spirito del padre. La Galleria di Palazzo Cini, concepita nel 1984 come casa museo, accoglie oggi un prezioso nucleo della raccolta di arte antica di Vittorio Cini, annoverato tra i più noti collezionisti del Novecento italiano. La Galleria si sviluppa su due piani. Il primo conserva l’originario allestimento della dimora; il secondo ospita iniziative ed eventi culturali.

La raccolta d’arte antica

La raccolta d’arte custodita nella Galleria di Palazzo Cini comprende importanti sculture e oggetti d’arte. Dipinti toscani dal XIII al XVI secolo, con capolavori di Filippo Lippi, Botticelli, Beato Angelico, Pontormo; un gruppo di avori gotici, rami smaltati rinascimentali e il servizio di porcellane Cozzi, custodito nel salotto neorococò su progetto di Tomaso Buzzi. Nel 1989, si aggiunse al nucleo originario la raccolta di dipinti ferraresi rinascimentali donata da Ylda Cini Guglielmi di Vulci. Di questa notevole componente ricordiamo le opere d’arte di Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti, Marco Zoppo, Ludovico Mazzolino, Baldassarre d’Este, Lorenzo Costa. Merita una citazione a sé stante la tavola con Scena allegorica di Dosso Dossi, appartenente in origine al soffitto della stanza da letto di Alfonso I d’Este nel Castello estense di Ferrara.

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