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“La tecnica? Non esiste”. Parola di Anselm Kiefer. Ecco come crea un grande artista

di Redazione

Il grande artista tedesco espone un ciclo di opere al Palazzo Ducale di Venezia. E a noi racconta di quella volta che un idraulico gli fece scoprire il piombo…

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Filosofia, storia e rimandi alle vicende di Venezia si mescolano nella mostra di Anselm Kiefer a Palazzo Ducale, nel cuore di Piazza San Marco. Il titolo riprende le parole di Andrea Emo ‒ Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce ‒, filosofo veneto del secolo scorso particolarmente apprezzato dall’artista, che ne condivide la visione.
Nella Sala dello Scrutinio, abituale dimora delle opere di Tiziano, Tintoretto, Veronese e Bellini – solo per citarne alcuni – prende forma un’installazione pittorica site specific realizzata da Kiefer nell’arco di due anni. Un intervento imponente in uno dei luoghi simbolo della città.

Quali tecniche ha usato per realizzare le opere in mostra a Palazzo Ducale?
Non uso la parola “tecnica” quando parlo del mio lavoro. La tecnica ha sempre la tendenza ad assumere vita propria, quindi evito le tecniche e cerco invece di andare al fondo delle cose. Non sono un platonista che crede ci siano idee che poi si sovrappongono alle cose. Le cose stesse hanno uno spirito in sé, che io cerco di far emergere. Per esempio, quando ho scoperto il piombo, ho capito che non era solo un materiale, ma che aveva anche una potenza spirituale. Nel 1971 ebbi un problema con le fognature nel mio studio. Arrivò l’idraulico e tirò fuori un tubo di piombo da terra. Fui immediatamente e irresistibilmente attratto dal piombo e iniziai a utilizzarlo. Con il progredire del mio lavoro, appresi attraverso una serie di ricerche che gli alchimisti assegnarono al piombo un ruolo speciale nella creazione della Grande Opera (Magnum Opus).

Quali sono le ragioni che guidano la scelta dei materiali?
Non ci sono “ragioni” per la scelta di determinati materiali. Li uso quando mi parlano. Come la cenere, il fuoco, la paglia, l’oro, ecc.

Come si sviluppa il suo processo artistico?
Non ho una “tecnica”. Cerco solo di essere estremamente attento e quindi di raggiungere la massima precisione possibile, come un poeta quando seleziona le parole dal loro contesto quotidiano e ottiene una nuova entità, mai ascoltata prima. Perché il mondo che ci circonda è un’illusione. L’unico tipo di realtà che troviamo è nella densità e nella precisione delle opere d’arte, siano esse poesie, immagini o suoni.

Anselm Kiefer. Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce (Andrea Emo), 2022, installation view © Anselm Kiefer. Photo Georges Poncet. Courtesy Gagosian e Fondazione Musei Civici Venezia

BIO
Anselm Kiefer (Donaueschingen, 1945) nel suo lavoro riflette sulla storia e sulla memoria collettiva attraverso il ricorso alla pittura, alla scultura, all’incisione, alla fotografia e a una serie di riferimenti poetici e letterari. Dal 1993 il suo studio è una ex fabbrica di seta a Barjac, nel sud della Francia, diventato parte, nel 2021, della Eschaton ‒ Anselm Kiefer Foundation, che aprirà al pubblico durante il 2022.

INFO
Anselm Kiefer. Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce (Andrea Emo)
fino al 29 ottobre 2022
SALA DELLO SCRUTINIO, PALAZZO DUCALE
Piazza San Marco, Venezia
https://palazzoducale.visitmuve.it/

Foto cover: Anselm Kiefer. Photo Georges Poncet

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