Protagonista dell’evento inaugurale de “Lo stato dell’arte”, il ciclo di incontri veneziano ideato da Palazzo Grassi ‒ Punta della Dogana, la scrittrice Rachel Cusk condivide con noi le sue riflessioni sull’arte
Ci sono molti punti di intersezione tra il mondo della scrittura e quello delle arti visive. Non è un caso che Rachel Cusk, nome di riferimento della letteratura contemporanea, alzi il sipario su Lo stato dell’arte, la serie di incontri ideata a Venezia da Palazzo Grassi ‒ Punta della Dogana.
Lo scopo della rassegna – che proseguirà con la filosofa Judith Butler il 10 maggio 2023 ‒ è dare voce ai protagonisti della cultura internazionale, invitandoli a dire la loro sullo “stato dell’arte” attuale con un testo inedito.
Curato da Barbara Carnevali, Directrice d’études in Filosofia presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi, il ciclo di incontri troverà la sua sintesi in una collana dedicata di Marsilio Arte, in collaborazione con Palazzo Grassi, che riunirà le versioni integrali dei testi di ciascun partecipante. Abbiamo colto l’occasione per fare qualche domanda a Rachel Cusk.
In quanto autrice, qual è la sua definizione di arte?
Nel mio saggio scrivo che “l’arte è un patto fra individui che negano alla società l’ultima parola”. Per me l’arte è la continua spinta del sé contro l’eterna contro-forza della comunanza e del conformismo.
Quale ruolo dovrebbe avere l’arte nella società contemporanea, secondo lei?
L’unico vero ruolo dell’arte è essere fonte di riflessione e di conforto per l’individuo, e riecheggiare la percezione individuale nel bel mezzo della sua immersione nel contratto sociale. Tale funzione oggi mi sembra più forte che mai.
Con quali contraddizioni, pregiudizi e sfide deve fare i conti l’artista oggi?
Forse con la crescente consapevolezza che l’arte è in una certa misura una funzione di privilegio, e che certe realtà e voci sono state riconosciute mentre altre rimangono ignote – anche se il vero artista dovrebbe essere in grado di offrire una visione riconoscibile anche al di fuori del suo contesto. Tuttavia la cultura è corruttibile come qualsiasi altra cosa e la sensazione che sia stato dato troppo spazio e troppo potere a certi artisti a spese di altri ha creato problemi a entrambe le parti.
Quali sono, a suo parere, i punti di contatto e le differenze tra un artista visivo e uno scrittore?
Per me questo è un tema gigantesco. Invecchiando, sono sempre più frustrata dal linguaggio dei media. Come scrittrice, è ovviamente molto difficile avere accesso al silenzio e al non fare dichiarazioni, e queste mi sembrano le qualità chiave necessarie in questo momento.
C’è una mancanza di inconsapevolezza e privacy nel linguaggio – anche se il patto tra scrittore e lettore è un patto tra individui – che fa sembrare la scrittura una cosa pericolosa e inutile da fare.
Tre aggettivi che userebbe per descrivere l’arte di domani.
Sublime, giusta, trasparente.
BIO
Rachel Cusk è nata in Canada nel 1967 e ha trascorso gran parte della sua infanzia a Los Angeles prima di terminare gli studi al St Mary’s Convent di Cambridge. Ha studiato inglese al New College di Oxford e ha viaggiato molto in Spagna e in America centrale. È autrice di diversi romanzi, tra cui Saving Agnes (1993), che ha vinto il Whitbread First Novel Award, On Becoming a Mother (2001), un’esplorazione personale e controversa della maternità, pubblicato in versione italiana con il titolo Il lavoro di una vita. Sul diventare madri (Einaudi, 2021). In The Lucky Ones (2003) utilizza una serie di cinque racconti, liberamente collegati dall’esperienza della genitorialità, in cui tratta delle trasformazioni della vita, di ciò che ci separa da coloro che amiamo e di ciò che ci lega a coloro che non comprendiamo più. Nel 2003, Rachel Cusk è stata nominata dalla rivista Granta tra i 20 “Best of Young British Novelists”. La sua opera più ambiziosa e nota, che la consacra definitivamente tra i grandi narratori della nostra epoca, è la trilogia Outline, uscita in lingua inglese tra il 2014 e il 2018 e tradotta in Italia con i titoli Resoconto, Transiti e Onori (Einaudi, 2018, 2019, 2020). Il suo ultimo romanzo Second Place (2021) è stato premiato con il Prix Femina Etranger 2022.
Foto cover: Rachel Cusk, photo Siemon Scamell-Katz