Parole

da MArte

A che cosa serve l’arte? Le risposte di Gianluigi Ricuperati e Hans Ulrich Obrist

di Gianluigi Ricuperati

Migliaia di interviste, centinaia di mostre curate, infiniti dialoghi con artisti, architetti, curatori. Il ritratto di Hans Ulrich Obrist nelle parole dello scrittore Gianluigi Ricuperati, che ha redatto con lui un libro a quattro mani

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Questo libro è a un tempo solo manuale di introduzione al lavoro di Obrist, sussidiario intorno ai temi più significativi legati al dibattito sulle arti contemporanee, un esperimento letterario.
Inizialmente doveva intitolarsi Studenti di realtà, ma poi il direttore editoriale di Marsilio ha convinto me e Hans Ulrich a optare per un titolo più semplice e diretto, che punta al centro delle questioni più urgenti sollevate dai protagonisti dei movimenti artistici degli ultimi dieci anni, un cosmo di individualità ampie e variegate, globale e capillare, che con diverse intensità e tonalità si è chiesto quale possa essere il ruolo della propria vita espressiva sul “mondo reale”: l’effetto sulla società, le conseguenze sulla vita pubblica, i modi del cambiamento.
Ecco una “versione alternativa” di uno dei capitoli del libro, che prende spunto dalla cena di compleanno per i cinquant’anni di Obrist, sintomo e simbolo del suo modo di lavorare per connessioni sociali, campi magnetici relazionali, sconfinamenti tra discipline.

OVERTOURE
Esco dal ristorante londinese dove si sono celebrati i cinquant’anni di Hans Ulrich Obrist con un piatto in una mano e una maglietta nell’altra. Naturalmente ho portato un regalo, la prima edizione argentina di Componibile 62, il romanzo combinatorio di Julio Cortázar. Ma penso: da quale festa di compleanno si esce con due regali anziché a mani vuote? La risposta è semplice: questo accade se si tratta della festa di un uomo che ha fatto della generosità un modus operandi per lasciare tracce di sé nel mondo. Hans Ulrich Obrist, nato vicino a San Gallo, Svizzera, esattamente mezzo secolo fa, ha vissuto il doppio di tutti quelli che lo hanno festeggiato stasera, e tra quelli che l’hanno festeggiato c’erano quasi tutti gli artisti, architetti, curatori, direttore di istituzioni culturali, galleristi, critici e designer che hanno fatto qualcosa di rilevante a Londra negli ultimi decenni. Persone impegnate. Persone che non hanno perso tempo. Persone che hanno inventato codici e immagini che si sono propagati in tutto il mondo. Eppure nessuno come il festeggiato può dire di non aver sprecato nemmeno un minuto del tempo che gli è stato concesso finora. Centinaia di mostre curate. Quasi mille libri scritti o compilati. Più di tremila interviste realizzate con intellettuali e artisti di ogni genere, età, nazionalità, provenienza e stile. Un numero incalcolabile di relazioni, citazioni, interazioni con tutte le più significative aree inventive del nostro tempo: da David Lynch a Gilbert & George, da Etel Adnan a Zaha Hadid, da Gerard Richter a Rem Koolhaas, passando per un’infinità di progetti, rassegne, eventi e incontri pubblici tenuti nei luoghi più simbolici e più periferici di quella grandiosa macchina policentrica inafferrabile che chiamiamo contemporaneità.
Hans Ulrich Obrist parla veloce, ingolfando ognuna delle quattro lingue che sa alla perfezione con i cocci improbabili delle altre: il tedesco macchiato di francese, l’inglese con una forte impronta elvetica e l’italiano imperniato come una colonna sporca su tutte le altre inflessioni.
Nessuno come lui ha insegnato l’arte della connessione invocata a inizio Novecento da E.M. Forster, only connect. Nessuno come lui ha scalato le posizioni di influenza nel sistema dell’arte senza mai perdere di abbrivio sperimentale, senza mai trasformare il proprio percorso in una statua di sale del potere appena raggiunto e da non perdere mai più.
Nessuno come lui ha ascoltato i suoni delle punte più avanzate del nostro tempo, mescolandole e dosandole come un alchimista del presente che diventa futuro. Nessuno come lui ha unito quantità e qualità, non certo perché non abbia commesso errori lungo la via, ma perché gli errori di una mente così consapevole e così intuitiva, esposta alle condizioni giuste, impressa alla giusta velocità, sono occhi di vetro preziosi, perle da interrogare per conoscere il voltaggio che farà la prossima grande scossa elettrica dei linguaggi che siamo.

Gianluigi Ricuperati

BIO
Gianluigi Ricuperati (Torino, 1977), scrittore, saggista e curatore. Ha diretto Domus Academy e attualmente dirige la rivista internazionale e agenzia Nova Express.

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