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Nuove acquisizioni e mostre da non perdere: le Gallerie dell’Accademia di Venezia si raccontano

di Redazione

Il direttore Giulio Manieri Elia fa il punto sul presente e sul futuro delle Gallerie dell’Accademia, protagoniste di una recentissima acquisizione e fulcro di un intenso calendario espositivo, da Tiziano a Willem de Kooning

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C’è anche un prezioso dipinto di Giulia Lama, talentuosa pittrice veneziana del Settecento, fra le opere recentemente acquisite dalle Gallerie dell’Accademia, punto di riferimento nel panorama della cultura lagunare. A entrare nei dettagli di questa e altre attività dell’istituzione è il direttore Giulio Manieri Elia, che guarda al futuro con grande entusiasmo.

Dieci nuove opere entrano a far parte della collezione delle Gallerie dell’Accademia. Ci racconta qualcuna delle loro storie?
Le opere sono undici, perché alle dieci esposte oggi in sala XVIa si aggiunge anche la sorprendente Strage degli Innocenti di Sebastiano Mazzoni, già esposta nel nuovo allestimento della pittura del Seicento, in sala 5, a partire dall’agosto 2021. La storia credo più affascinante riguarda il disegno su due lati di Giambattista Tiepolo, raffigurante due Teste di fantasia. È il primo foglio dell’artista a entrare nelle nostre collezioni e, oltre alla qualità eccezionale, è la sua provenienza a suscitare entusiasmo: era appartenuto infatti già a Canova e a Cicognara, due personalità fondamentali per la nascita della nostra istituzione.
Ci sono poi tre nuove tavole di Bartolomeo Vivarini che crediamo essere parte del registro superiore del Polittico dei Tagliapietra, capolavoro del maestro conservato in museo. Si tratta di una integrazione del massimo interesse scientifico, oltreché dell’impegno maggiore in termini economici sostenuto dal Ministero della Cultura.

Tra i dipinti inediti c’è anche Sansone e Dalila di Giulia Lama. Ci svela qualcosa in più di questa eccezionale pittrice veneziana?
Si tratta di una figura del massimo interesse, sempre più al centro dell’attenzione di un pubblico di non solo addetti ai lavori. Save Venice sta restaurando in questi mesi le sue opere “pubbliche” perché Lama fu anche pittrice di storia, capace di rivaleggiare con i suoi colleghi uomini anche nel campo della pala d’altare, in San Vidal, Santa Maria Formosa…
Il nuovo acquisto è praticamente un inedito della pittrice, pubblicato dal grande Rodolfo Pallucchini nel 1971 in base a una vecchia foto in bianco e nero che era rimasta nel suo archivio. Quando Michele Nicolaci, curatore delle collezioni del Settecento alle Gallerie e di questa mostra, l’ha vista passare in esportazione a Milano non ha avuto dubbi sull’eccezionalità del dipinto e abbiamo da subito lavorato per il suo acquisto coattivo.

Bonifacio de’ Pitati detto Bonifacio Veronese (Verona, 1487 ‒ Venezia, 1553), Coppia di amanti (La dichiarazione), 1527-28 circa. Tavola Cat. 2055. Provenienza: Hannover, Johann Ludwig, Reichsgrafvon Wallmoden-Gimborned eredi, fino al 1818; collezione Hausmann, fino al 1857; collezione Georg V Hannover ed eredi fino al 1926; mercato antiquario, 1926; Silberman Galleries, New York, fino al 1945; collezione Rabinowitz, New York; University of Yale, 1957; Londra, mercato antiquario Londra; Galleria Altomani, 1996; Padova, collezione privata; acquisto 2022

Le nuove acquisizioni saranno esposte in una delle sale da poco restaurate e riaperte. Quali sono le caratteristiche di questo spazio e cosa ospiterà nei tempi a venire?
La sala è l’ultima dell’infilata delle cosiddette sale palladiane, riallestite e inaugurate al pubblico lo scorso marzo. Si tratta di un ambiente abbastanza grande per fare delle mostre-dossier, intorno a restauri, piccoli gruppi di dipinti o anche selezioni di fogli provenienti dal nostro Gabinetto dei Disegni. Accanto al grande spazio per le mostre temporanee al piano terra c’è quindi adesso uno spazio più piccolo per approfondimenti specifici, una sorta di “pausa di riflessione” all’interno del percorso espositivo.

Le Gallerie dell’Accademia si aprono al teatro e alle nuove generazioni con un progetto che, attraverso l’azione performativa, avvicina i giovani ai capolavori della storia dell’arte. Quali sono le origini e gli obiettivi a lungo termine del progetto?
L’iniziativa è stimolata da un bando pubblico della Direzione Generale Spettacolo del MiC per organizzare spettacoli dal vivo all’interno di musei e istituti della cultura. Da subito la mia volontà è stata di coinvolgere Mattia Berto, di cui conoscevo il lavoro e l’impegno civico con il suo Teatro di Cittadinanza. Il coordinamento del progetto è stato di Michele Nicolaci, stavolta come responsabile dei servizi educativi, che, insieme a Berto, ha sviluppato l’idea a partire dal Convito in casa di Levi di Veronese, di cui ricorrono i 450 anni, e soprattutto il “target”, ovvero giovani tra i 14 e i 20 anni, notoriamente i più “difficili” da avvicinare per un museo di arte antica come il nostro.
Speriamo di aver piantato un seme e di aver fatto sentire a casa questi ragazzi, i loro amici, le loro famiglie e tutti gli spettatori che li hanno visti vivere gli spazi museali e sono intervenuti alla performance, una festa con almeno 200 persone, un momento indimenticabile per noi. Sicuramente il successo di questa iniziativa è lo stimolo a continuare su questa strada. Confesso però che un progetto del genere comporta un impegno importante, sia in termini economici, sia soprattutto di energie, che il nostro staff, impegnato contemporaneamente su più fronti, non sempre riesce ad avere.

Quali sono le idee e gli auspici che orienteranno le attività delle Gallerie dell’Accademia nel prossimo futuro?
Le idee sono molte: da quelle relative al riallestimento completo del primo piano, principale sfida della mia direzione. Ci apprestiamo a lavorare al riallestimento della “Chiesa”, ovvero la sala XXIII, uno degli spazi più suggestivi ma anche più complessi da ripensare. Ci sono poi le mostre, quella su Tiziano a settembre, dedicata al particolare momento di svolta nella sua carriera individuato nel 1508, curata da Roberta Battaglia insieme ad Antonio Mazzotta e Sarah Ferrari, una mostra per la Glass Week che verrà annunciata a breve, e poi quella, già ufficiale, dedicata a Willem de Kooning nella prossima primavera in concomitanza con Biennale Arte, entrambi progetti seguiti internamente da Michele Tavola. Il mio lavoro quotidiano, meno visibile all’esterno ma fondamentale, è anche sulla squadra di lavoro, cercando di arricchire lo staff del museo di colleghi dalle competenze preziose. Recentemente abbiamo avuto integrazioni importanti, sia per l’Ufficio tecnico, sia per quello amministrativo, con notevoli benefici di tutta la “macchina”.

BIO
Direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia dal maggio 2019, del medesimo museo Giulio Manieri Elia è stato Vicedirettore, dal 2009 al 2013, e Direttore delegato, dal 2013 al 2015. Ha diretto inoltre il Museo di Palazzo Grimani dal 2012 al 2015.
Si è occupato, in anni formativi, di Storia della tutela e del restauro in particolare nell’Umbria postunitaria. Nei ruoli della Soprintendenza veneziana dal 2000 ha maturato una solida esperienza nell’ambito del restauro, dirigendo interventi conservativi su opere tra gli altri di: Jacobello del Fiore, Giovanni e Gentile Bellini, Carpaccio, Cima, Bosch, Tintoretto, Veronese, Tiziano, Cortona, Giordano, Solimena, Tiepolo etc. Molti di questi interventi sono presentati in convegni e pubblicazioni scientifiche, in particolare nel volume Capolavori restaurati: le Gallerie dell’Accademia e Save Venice Inc., del 2010. Si è occupato altresì della storia delle collezioni dalle origini dell’Istituzione agli allestimenti scientifici di Cantalamessa, Fogolari e Moschini.

 

INFO
Da Vivarini a Tiepolo. Nuove acquisizioni per le Gallerie dell’Accademia
fino al 1° ottobre 2023
GALLERIE DELL’ACCADEMIA
Campo della Carità ‒ Dorsoduro 1050, Venezia
https://www.gallerieaccademia.it

Foto cover: Giulia Lama (Venezia, 1681-1747), Sansone e Dalila, 1725-30 circa. Cat. 2056. Provenienza: Carate Brianza, collezione Luigi Galli, 1970; Parigi, Galerie Canesso; acquisto 2022

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