Parole

da MArte

Geniale e ironico: Marcel Duchamp è in mostra a Venezia

di Redazione

Grazie a lui il concetto di copia ha assunto un nuovo significato artistico. Ed è proprio attorno a questa idea che prende forma la mostra dedicata a Marcel Duchamp dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Ne abbiamo parlato con il curatore Paul B. Franklin

Condividi su

Amico e mentore di Peggy Guggenheim, Marcel Duchamp è il protagonista della mostra allestita nella ex dimora veneziana della grande mecenate. Un viaggio alla scoperta dell’artista attraverso il suo innovativo approccio all’idea di copia, raccontato dal curatore in questa intervista.

All’inizio del Novecento, Duchamp rivoluzionò in maniera pioneristica l’approccio artistico al concetto di copia. Ora che l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie mettono in discussione le categorie del vero e del falso e i confini tra l’originale e la sua copia, che cosa rende l’approccio di Duchamp ancora rivoluzionario e innovativo?
Prima di tutto, l’approccio di Duchamp ai concetti di riproduzione e di replica mantiene il suo carattere rivoluzionario e innovativo per via del momento storico durante il quale fu impegnato in queste attività. Le sue prime esplorazioni della stampa di facsimile, ad esempio, avvennero negli anni Dieci del Novecento – decenni prima dell’invenzione delle tecnologie digitali o di processi di riproduzione ancora più comuni come la fotocopiatura. Il contesto storico è fondamentale per comprendere quanto fu innovativo l’approccio di Duchamp. L’altra grande differenza tra le ricerche duchampiane sulla copia e l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie sta nel fatto che Duchamp non fu mai interessato a ingannare l’osservatore o a fingere che la copia potesse o dovesse prendere il posto dell’originale. Duchamp, invece, era a favore della coesistenza di entrambi. Dimostrò che entrambe le modalità espressive offrivano piaceri estetici. Le strette relazioni tra l’originale e la copia che Duchamp promuoveva nel suo lavoro offrono un modello di approccio alla IA e alle altre nuove tecnologie, in base al quale l’obiettivo NON è sostituire un originale fatto a mano con il suo doppio digitale o generare dei “fake” degli originali o addirittura ribaltare l’importanza culturale degli originali, ma piuttosto mantenere un dialogo continuo fra la creazione individuale l’IA, in modo che questi processi ispirino e abbiano un impatto sull’altro.

Quali caratteristiche di Marcel Duchamp emergono dalla mostra allestita alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia?
Quando le circa sessanta opere presenti in mostra sono prese in esame una di fianco all’altra, ci si rende conto della vera portata dello sviluppo creativo e intellettuale di Duchamp dal 1911 alla sua morte, nel 1968. Inoltre, si può capire come la priorità di Duchamp non fosse quella di padroneggiare una serie di tecniche artistiche per perfezionare uno stile artistico, ma piuttosto porre domande provocatorie e testare le risposte attraverso la creazione fisica di differenti lavori. Infine questa mostra rivela quanto Duchamp fosse spensierato, spiritoso e geniale come artista.

Il legame tra Duchamp e Peggy Guggenheim è noto. Come lo descriverebbe?
Peggy Guggenheim adorava Duchamp e rispettava profondamente le sue opinioni e il suo lavoro. Da parte sua, Duchamp prese molto sul serio Peggy Guggenheim come collezionista e non la ignorò – come invece facevano certi altri artisti uomini – per il fatto di essere giovane o di essere una donna o per il fatto di avere le proprie opinioni personali. Duchamp ha sempre ammirato le donne intelligenti e Peggy Guggenheim era una di queste. La prova del rispetto che Duchamp nutriva per Guggenheim emerse alla fine degli anni Trenta, quando accettò di essere il suo mentore e consigliere mentre lei pianificava l’apertura della sua galleria, Guggenheim Jeune, a Londra e poi della sua collezione. Il legame di Duchamp con Guggenheim aveva anche una componente molto personale. La incontrò per la prima volta a Parigi attorno al 1923. Furono presentati da Mary Reynolds, una americana che viveva a Parigi e che da poco aveva intrapreso una relazione sentimentale con Duchamp ed era anche amica stretta di Guggenheim.

La mostra include anche una sezione multimediale intitolata Marcel Duchamp: un viaggio nella “Scatola in una valigia”. Di cosa si tratta?
Marcel Duchamp: un viaggio nella Scatola in una valigia”, organizzata dal dipartimento di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim e dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, presenta i risultati dello studio scientifico e dell’intervento di conservazione sull’opera da o di Marcel Duchamp o Rrose Sélavy (Scatola in una valigia) condotto in due fasi, nel 2019 e nel 2023, nei laboratori di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure. Si tratta di un approfondimento scientifico e didattico che attraverso un allestimento multimediale conduce i visitatori all’interno del mondo di un conservatore e restauratore d’arte, permettendo loro di scoprire le scelte tecniche e i materiali che l’artista ha utilizzato per creare un’icona della storia dell’arte del XX secolo, nonché le tecniche di indagine scientifiche utilizzate per approfondirne la conoscenza e le soluzioni scelte per assicurare all’opera una migliore conservazione.

Marcel Duchamp con l’esemplare non ancora completato di Boîte-en-valise (Scatola in una valigia, 1935–1941) in casa di Peggy Guggenheim, 440 East Fifty-first Street, New York, agosto 1942. La fotografia è in origine pubblicata in Time, 7 settembre 1942

BIO
Nato a Detroit, Paul B. Franklin ha conseguito un dottorato in Storia dell’arte alla Harvard University. Curatore indipendente e tra i massimi esperti di Marcel Duchamp, è attivo tra Parigi e Céret, nella Francia meridionale. Dal 2000 al 2016 è stato direttore editoriale della rivista accademica Étant donné Marcel Duchamp, una delle maggiori pubblicazioni dedicate all’artista e alla sua opera. Per molti anni ha collaborato con gli eredi dell’artista, aiutando a gestirne il lascito. Ha all’attivo numerose conferenze e pubblicazioni su Duchamp. Di recente si è dedicato alla curatela di progetti espositivi, tra i quali Brancusi & Duchamp. The Art of Dialogue (2018), Kasmin, New York; Matisse in Black and White (2020), nuovamente presso Kasmin; e Please Touch. Marcel Duchamp and the Fetish (2021-2022), Thaddaeus Ropac a Londra e in seguito a Parigi. Nel 2019 è stato nominato membro della Reale Accademia delle Belle Arti di Svezia.

INFO
Marcel Duchamp e la seduzione della copia
fino al 18 marzo 2024
COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
Palazzo Venier dei Leoni
Dorsoduro 701, Venezia

Foto cover: Marcel Duchamp e la seduzione della copia, 14.10.2023 – 18.03.2024. Collezione Peggy Guggenheim. Photo Matteo De Fina © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2023

Articoli correlati

Iscriviti, la nostra newsletter ti aspetta!

Iscriviti subito per rimanere aggiornato su mostre, eventi, artisti, libri.

Registrandoti confermi di accettare la nostra privacy policy.