Editoriale

da MArte

Marlene Dumas: la pittura libera di un’artista poetessa che non ha paura di affrontare i paradossi dell’esistenza

di Caroline Bourgeois

Caroline Bourgeois, curatrice della mostra "open-end" a Palazzo Grassi, spiega come solo la poesia può far convivere nelle opere di Marlene Dumas quelle possibilità che sono vita (open) e morte (end)

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[…] Il titolo della mostra, open-end, a significare che ciò che è stato cominciato non ha né una fine prestabilita né vincoli, che tutto può giungere a una conclusione e che questa può assumere ogni sorta di forma, ci proietta immediatamente in una dimensione poetica. Fin dal titolo, Marlene Dumas esprime il proprio gusto per il paradosso e la malinconia: a priori, la fine di qualcosa, the end, in particolare di una vita, è di per sé il contrario dell’apertura, open; è il momento in cui tutto si compie e si conclude.

In mezzo a queste due parole, che si leggono come fossero una, si trovano tutte le tensioni, le irresolutezze, il potenziale del linguaggio che Marlene Dumas evoca in modo poetico, poiché lei è anche poetessa. Come se solo la poesia, espressa attraverso la pittura o la parola, potesse far condividere quelle possibilità che sono vita (open) e morte (end) nello stesso tempo.
L’artista lo dice in modo limpido: «È un’esposizione sulle storie d’amore e i loro diversi tipi di coppie, giovani e vecchie, sull’erotismo, il tradimento, l’alienazione, l’inizio e la fine, il lutto, le tensioni tra lo spirito e il corpo, le parole (titoli e testi) e le immagini».

Marlene Dumas è un’artista dalla produzione esigua: sono quindi poche le personali a lei dedicate che includano opere nuove. Abbiamo dunque scelto di scandire la nostra esposizione partendo dalle sue due manifestazioni espositive più recenti. […]
Ci tengo qui a ringraziare Marlene Dumas di esistere, di permetterci di dubitare delle nostre conoscenze per cogliere la profondità delle vite – da Oscar Wilde a Jean Genet, da Pier Paolo Pasolini a Charles Baudelaire, dalle anonime ragazze di strada alle star così tristi (Marilyn) –, per la necessità di una forma di verità, che passa talvolta attraverso l’alcol e l’ebbrezza presenti in alcuni dipinti. Marlene Dumas osa mettersi a nudo. È una libertà che ammiro e mi colpisce. Osa parlare del tempo, dei tempi, senza «spianare» le tracce che essi lasciano: il tempo politico, il tempo della guerra, il tempo dell’amore, il tempo della tristezza.

Ai miei occhi Marlene Dumas è un’artista attraversata dai nostri fantasmi, quali le tracce della storia, le tracce dei corpi, l’utilizzo dei corpi ancora e ancora, all’infinito. Il suo lavoro ci invita a essere più «veri». Il suo modo «liquido» e fisico di dipingere, che fa apparire il soggetto senza che questo sia stato precedentemente disegnato ma solo attraverso le pennellate, rende le sue opere seducenti e misteriose, come altrettante apparizioni vitali […].

Caroline Bourgeois

Testo tratto dal catalogo della mostra Marlene Dumas. open-end, co-edito da Marsilio Editori e Palazzo Grassi – Punta della Dogana, Venezia 2022

BIO
Marlene Dumas (Cape Town, 1953) si laurea nel 1975 in Belle Arti presso la University of Cape Town. Dal 1976 al 1978 studia presso Ateliers ’63 ad Haarlem, Paesi Bassi. È conosciuta per il suo interesse per la relazione esistente tra immagine e testo. I suoi dipinti e disegni, spesso dedicati alla rappresentazione della figura umana, sono solitamente tratti dal grande archivio di immagini raccolte dall’artista.

Caroline Bourgeois (Svizzera, 1959) è curatrice presso la Pinault Collection per la quale dal 1998 al 2001 ha creato una collezione di video arte di livello internazionale. Dal 2004 al 2008 è stata direttore artistico di Frac Île-de-France ‒ Le Plateau a Parigi, dove ha curato importanti esposizioni collettive (Ralentir vite, Société Anonyme) e personali (Loris Gréaud, Adel Abdessemed, Cao Fei). Ha inoltre organizzato importanti collaborazioni artistiche in spazi pubblici con Dominique Gonzalez-Foerster, a Parigi, e con Pierre Huyghe a Venezia. Il dialogo tra gli artisti e la collezione prosegue a Palazzo Grassi e a Punta della Dogana, attraverso esposizioni monografiche, in particolare con Urs Fischer, Danh Vo, Martial Raysse, Albert Oehlen, Luc Tuymans, Thomas Houseago, Bruce Nauman.

INFO
Marlene Dumas. open-end
fino all’8 gennaio 2023
PALAZZO GRASSI
Campo San Samuele 3231, Venezia
www.palazzograssi.it

Foto cover: Marlene Dumas, (da sinistra a destra) The Origin of Painting (The Double Room), 2018, Time and Chimera, 2020, The Making of, 2020, Courtesy l’artista e Zeno X Gallery.
Installation view, Marlene Dumas. open-end a Palazzo Grassi, 2022. Photo Marco Cappelletti con Filippo Rossi © Palazzo Grassi © Marlene Dumas

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