Robert Mapplethorpe. Le forme del desiderio

Palazzo Reale, Milano
dal 29 gennaio al 17 maggio 2026

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Arriva a Palazzo Reale con un’ampia e inedita selezione delle opere più iconiche, potenti e anticonformiste, la mostra Robert Mapplethorpe. Le forme del desiderio, che offrirà ai visitatori di Milano, anche durante il periodo olimpico e paralimpico, la grande opportunità di incontrare l’opera del fotografo statunitense, uno dei più originali, raffinati e controversi del XX secolo.

La mostra

Arriva a Palazzo Reale con un’ampia e inedita selezione delle opere più iconiche, potenti e anticonformiste, la mostra Robert Mapplethorpe. Le forme del desiderio, che offrirà ai visitatori di Milano, anche durante il periodo olimpico e paralimpico, la grande opportunità di incontrare l’opera del fotografo statunitense, uno dei più originali, raffinati e controversi del XX secolo.

Nato a New York nel 1946 e morto a Boston a soli 42 anni, Mapplethorpe è uno degli interpreti della controcultura tra gli anni Sessanta e Ottanta, quando la creatività si fa gesto politico e le arti si fondono in nuovi linguaggi di libertà e identità.

Thomas, 1987 © Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission

Promossa da Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte in collaborazione con la Fondazione Robert Mapplethorpe di New York, l’esposizione rientra nel programma culturale dei Giochi Olimpici invernali di Milano Cortina 2026.

Curata da Denis Curti, sarà allestita nelle sale di Palazzo Reale dal 29 gennaio al 17 maggio 2026.

 La retrospettiva Robert Mapplethorpe. Le forme del desidero è il secondo atto di una più ampia trilogia, che ha avuto inizio a Venezia nelle Stanze della Fotografia e proseguirà poi a Roma. Ogni evento esplora un percorso di studio e ricerca volto ad approfondire un differente aspetto della figura di Mapplethorpe.

A Milano protagonista è la sua ricerca estetica, i suoi nudi sensuali che si distinguono per la perfezione formale, una mimesi greca olimpica, in cui risaltano muscolatura e tensione fisica: il corpo, scolpito dall’uso sapiente della luce e dei contrasti, è il mezzo per la sublimazione della sua indagine artistica.

Accompagnano e approfondiscono la mostra un podcast – disponibile dal 21 ottobre su Spotify, Apple Music e sulle principali piattaforme – Mapplethorpe Unframed, scritto e condotto da Nicolas Ballario e un catalogo pubblicato da Marsilio Arte, che indaga la vasta produzione e l’evoluzione del linguaggio di Mapplethorpe attraverso 257 opere.

 

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