Una porta massiccia in legno di cedro, costruita con tavole fatte dispendiosamente venire dal Libano nel 1556, custodiva un tempo l’accesso alle Sale d’Armi di Palazzo Ducale. La competenza sulle «Munitioni» – questo l’antico nome del luogo – apparteneva al supremo Consiglio dei Dieci, come testimonia la sigla «cx» incisa sulla placca originale cinquecentesca della serratura, che vi ammetteva per la visita solo re, principi e ospiti eminenti. Da sempre, al fine di tutelare la sicurezza delle assemblee governative, nella sede del potere marciano esisteva un deposito di armi pronte all’uso. Nel xiv secolo fu sistemato accanto al Maggior Consiglio, nella sala – detta perciò dell’Armamento – in cui oggi si ammirano i resti del grande affresco staccato di Guariento con l’Incoronazione della Vergine; la suddivisione in due piani dava modo di sfruttare al meglio quello spazio. Il trasferimento nella sede odierna, dapprima una stanza, più tardi altre due già occupate dalla prigione della «Torresella» (sopravvivono, su una parete, numerose iscrizioni tracciate dai detenuti), risale al 1496.
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