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da MArte

A Venezia una conferenza di tre giorni per parlare di arte, sostenibilità e futuro

di Redazione

John Akomfrah, Philippe Starck, Giulia Andreani, Alison Cole e Amos Gitai sono solo alcune delle personalità che interverranno durante la tre giorni di Art for Tomorrow, organizzata da The Democracy & Culture Foundation. Il presidente Achilles Tsaltas svela cosa accadrà a Palazzo Diedo dal 5 al 7 giugno 2024

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A Venezia è iniziato il conto alla rovescia per l’edizione 2024 di Art for Tomorrow, la conferenza che si terrà a Palazzo Diedo, sede del Berggruen Institute, e che coinvolge anche Marsilio Arte in veste di partner. Artisti, direttori di musei, registi, curatori, architetti si confronteranno sul tema della bellezza imperfetta durante una serie di panel incentrati sulle problematiche del mondo contemporaneo e accessibili su iscrizione.
Achilles Tsaltas, presidente di The Democracy & Culture Foundation, l’organismo che gestisce l’evento, ripercorre la storia della fondazione e chiarisce gli obiettivi di Art for Tomorrow.

Art for Tomorrow è uno degli eventi creati e gestiti da The Democracy & Culture Foundation. Ci parla brevemente della storia della Fondazione e degli ambiti in cui opera?
La Fondazione è stata creata nel 2019. Da allora, ci siamo concentrati sull’incontro tra cultura e democrazia, in quanto tutti noi crediamo che siano estremamente interconnesse. Il nostro team gestisce ora due conferenze annuali, l’Athens Democracy Forum in collaborazione con il New York Times e Art for Tomorrow. Le consideriamo piattaforme e casse di risonanza per iniziative potenti e progetti d’impatto da tutto il mondo, ma anche per i nostri progetti. La Fondazione collabora con un’ampia gamma di partner per sostenere la partecipazione dei giovani ai circoli decisionali, perorare la causa di un’assemblea popolare permanente in Europa, ma anche riconoscere e promuovere la leadership democratica tra i politici, la prossima generazione di leader e gli artisti.

Il prossimo appuntamento con Art for Tomorrow sarà a Venezia, a Palazzo Diedo. Quali sono le origini e gli obiettivi di Art for Tomorrow?
L’anno prossimo Art for Tomorrow festeggerà la sua decima edizione. Il suo focus e la sua mission sono cambiati considerevolmente dal 2015, riflettendo le numerose sfide sociali che le nostre società stanno affrontando. Nel 2015 era stata concepita come una rete di leader artistici. Ma abbiamo avvertito la necessità di concentrarci sull’impatto sociale e di una maggiore interazione tra artisti, attivisti, organizzazioni non profit, gallerie, musei e rappresentanze politiche, ad esempio. Personalmente sono molto orgoglioso della svolta che siamo riusciti a imprimere.
Art for Tomorrow è ora un incontro di voci molto diverse tra loro, concepito per cogliere le principali questioni che stiamo affrontando oggi: dalla crisi climatica alla mobilità sociale, dal ruolo delle istituzioni culturali o politiche a quello della società civile, il tutto attraverso le lenti delle arti e della cultura. Dal mio punto di vista, stiamo creando uno spazio che non solo favorisce le interazioni, ma anche l’impatto.

Il tema dell’edizione veneziana di Art for Tomorrow è Imperfect Beauty. Chi prenderà la parola per discuterne? E in quale modo lo farà?
Il team è davvero entusiasta del tema di quest’anno. Lo chiamiamo anche “Le insidie della bellezza”. Il tema porta con sé molte domande e, sono sicuro, risposte molto diverse. Molti dei vostri lettori probabilmente potranno riconoscersi in questo: tutti abbiamo visitato un sito in pericolo, una mostra museale molto affollata o siamo stati colpiti da problemi di conservazione o restauro. Perciò stiamo riunendo voci differenti: Toto Bergamo Rossi di Venetian Heritage, Hermann Parzinger della Prussian Cultural Heritage Foundation e Olga Kefalogianni, Ministra del Turismo greco, tra gli altri. Sostenibilità, politiche del patrimonio e, nel caso di Venezia, inondazioni ed erosione… Potete immaginare la vasta gamma di aree che copriremo attraverso queste prospettive. E sono certo che l’artista ecologico Thijs Biersteker amplierà i nostri orizzonti. Il resto dovrete scoprirlo durante la conferenza, a Venezia oppure online.

Gli effetti dell’overtourism e della crisi climatica sono evidenti a Venezia. Cosa pensa che le istituzioni culturali e gli artisti dovrebbero fare concretamente per affrontare questa situazione di emergenza?
Fare da apripista! È un fardello pesante, ma si potrebbe dire che questo è uno dei tanti ruoli dell’arte. Naturalmente, le istituzioni e gli artisti devono spesso fare i conti con budget limitati e vincoli. Sono sempre stati in prima linea nelle nostre società.
In Fondazione, prendendo spunto dal nostro DNA, non esitiamo a far incontrare punti di vista opposti per un vero dialogo alla ricerca di soluzioni. L’anno scorso, ad esempio, il nostro panel sui musei ha visto la direttrice del Brooklyn Museum Anne Pasternak da un lato e la cofondatrice di Extinction Rebellion Clare Farrell dall’altro. Moderato in modo corretto e competente dalla giornalista Farah Nayeri, è attraverso questo dialogo schietto che possiamo favorire una migliore comprensione reciproca e lavorare per ottenere risultati e soluzioni d’impatto.

Intervista a cura di Arianna Testino

https://www.artfortomorrow.org/

BIO
Achilles Tsaltas è il presidente di The Democracy & Culture Foundation, l’entità indipendente e senza scopo di lucro che ha co-fondato nel 2019 per promuovere il lavoro di due conferenze del New York Times ‒ Athens Democracy Forum e Art for Tomorrow. Con la missione di potenziare le società e le persone attraverso l’impegno dei cittadini e una migliore governance, la Fondazione gestisce progetti e conferenze che promuovono il policy-making, la partecipazione dei cittadini, l’educazione e la leadership. Con oltre trent’anni di esperienza nel settore dei media, Achille è stato responsabile della creazione e della gestione di partnership strategiche con alcune delle più rinomate corporation al mondo, tra cui News Corporation, The International Herald Tribune e The New York Times.

Cover photo: Achilles Tsaltas. All rights reserved ‒ The Democracy & Culture Foundation

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