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da MArte

La fotografia di Helmut Newton e Patrick Mimran approda a Venezia

di Redazione

Due mostre, due protagonisti dell’obiettivo. Gli scatti di Helmut Newton e Patrick Mimran vanno in scena alle Stanze della Fotografia, sull’isola di San Giorgio Maggiore. A farci da guida è Denis Curti, direttore artistico della sede espositiva veneziana

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La strabiliante carriera di Helmut Newton e la poetica di Patrick Mimran incentrata sul dialogo fra sfocatura e nitidezza sono il fulcro delle due mostre che inaugurano la nuova stagione espositiva delle Stanze della Fotografia a Venezia. Ne abbiamo parlato con Denis Curti.

Quali sono i capitoli della mostra veneziana incentrata su Helmut Newton e quale narrazione ne emerge?
La grande retrospettiva di Helmut Newton intitolata Legacy sbarca a Venezia nella sua forma più completa, con immagini e documenti inediti provenienti dalla Fondazione Helmut Newton di Berlino. È una mostra che ripercorre cronologicamente la carriera di questo grande fotografo, includendo anche alcune immagini private. La Fondazione Helmut Newton ha consentito ai curatori di accedere agli archivi del fotografo per ricostruire tutte le sue avventure attraverso i decenni. La mostra contiene addirittura più di ottanta inediti, stampati per la prima volta in occasione di questa mostra.

Che cosa rende unica la fotografia di Newton?
Newton debutta come fotoreporter, ma poi decide di darsi alla moda, Qui si ritrova a competere con degli autentici campioni – Irving Penn, Richard Avedon, William Kline –, che avevano già contribuito a rinnovare il vocabolario della fotografia di moda. Newton deve quindi trovare delle modalità altre se vuole avere spazio in questo campo e lo fa introducendo lo storytelling. Le sue fotografie sono sempre una sorta di sequenze. Un altro aspetto fondamentale sono le sue referenze. Newton è un uomo molto curioso e tutte le sue fotografie si rifanno a qualcosa ‒ al cinema, all’arte, alle storie che lui scova nella cronaca nera. Per restituire atmosfere ambigue e noir, ricorre a un elemento distopico. Inserisce inoltre il tema del doppio e celebra la potenza delle donne, raccontate al massimo della loro capacità seduttiva.

A caratterizzare il linguaggio fotografico di Newton è anche la sua intelligente capacità di sovvertire gli stereotipi, ponendo al centro proprio la figura femminile.
Un altro aspetto di Newton che emerge dalla mostra è la sua attitudine a cogliere i cambiamenti della società. In un suo scatto del 1977 una donna seduta sul sofà guarda un uomo a torso nudo: è un cambio di paradigma.

Anche la nudità gioca un ruolo importante nelle fotografie di Newton.
C’è uno scatto molto famoso, realizzato per Yves Saint Laurent, con protagonista una modella ritratta sullo sfondo di una strada nel Marais, a Parigi. Una volta scattata questa fotografia, l’autore crea la “versione Newton”, introducendo un nudo. All’inizio la “versione Newton” viene rifiutata, poi, dal momento in cui il fotografo crea la serie Naked and Dressed, questa ricerca viene accettata. In molti casi i clienti vogliono pubblicare proprio la “versione Newton”. In occasione di un servizio incentrato sull’impermeabile, Newton sceglie di non coprire le modelle con questo indumento, ma di indossarlo lui stesso. E ancora, nella serie Big Nudes, Newton si rifà agli enormi manifesti di una banda di ricercati affissi dalla polizia tedesca nelle stazioni e negli aeroporti, producendo immagini gigantesche e ritraendo delle amazzoni senza abiti ma vestite di potenza, Tutti questi aspetti contribuiscono ad alimentare il mito del “bad boy”. La sua celebre frase “Bisogna sempre essere all’altezza della propria cattiva reputazione” diventa quasi un mantra per lui.

LA MOSTRA DI PATRICK MIMRAN
Ed è sempre Denis Curti ad accompagnarci con le sue parole alla scoperta di un altro talento dell’obiettivo, protagonista della mostra allestita al primo piano delle Stanze della Fotografia. Out of focus – questo è il titolo della rassegna – fa il punto sull’immaginario e sulla tecnica di Patrick Mimran, il quale, secondo Curti, “decide di offrire all’osservatore un’immagine capace di rappresentare la versione più lontana possibile dal vero aspetto estetico del soggetto che ritrae. I personaggi di queste riprese vengono distorti, ne viene cancellato ogni riferimento concreto, per trasformarsi in una visione sognante, figlia dell’astrattismo e del surrealismo”.
Ad alternarsi sono il bianco e nero delle immagini in grande formato e il colore delle opere di piccole dimensioni, lungo un saliscendi di sfocatura e nitidezza che costituisce il fulcro del progetto esposto a Venezia. “Non ci sono ‘momenti decisivi’ in queste fotografie. C’è un tempo dilatato ed espanso. C’è un centro vibrante così potente e morbido e commovente che fa sì che gli occhi di chi guarda si possano perdere e, finalmente, riposare”, sottolinea Curti. “Ci troviamo nella dimensione dell’inconscio, in un perpetuo fluire iconografico di figure indefinibili, che sfidano l’occhio del pubblico a rintracciare la geometria originaria. Si direbbe un’opera costruita unicamente per lasciare spazio all’ambiguità, perché la fotografia, contrariamente alla sua compostezza strumentale, è pura menzogna. Ecco allora che Mimran raccoglie i frutti di quella illusione di verità e prende per mano una dimensione fiabesca e la fa propria. Su questo limite incontrollabile viene restituita all’osservatore la sovranità di interpretare liberamente questa rielaborazione della realtà”.
L’approccio multidisciplinare dell’artista nato a Parigi nel 1956 si ritrova nelle fotografie che compongono Out of focus, mai esposte prima in Italia. “Le visioni di Mimran, in ultima analisi, si concentrano sull’essenza della condizione umana, che è la somma di armonia e caos allo stesso tempo”, chiarisce Curti. “Catalogano sguardi, increspature corporee, mescolanze di gesti ed effusioni per disegnare con la luce le complessità dell’anima. Sono immagini che chiedono a gran voce di essere guardare, capite, respirate e adottate, in quanto tracce del nostro passaggio”.

Arianna Testino

 

BIO
Denis Curti è direttore artistico delle Stanze della fotografia. Nel 2015 ha fondato, a Milano, STILL, uno spazio multifunzionale con focus specifico sulla fotografia. Tra il 2002 e il 2003 ha curatole aste fotografiche di Sotheby’s in Italia. Dal 2005 al 2014 ha diretto Contrasto-Milano. Per oltre quindici anni è stato critico fotografico per Vivimilano e Corriere della Sera, ha diretto il mensile Il Fotografo e attualmente dirige la testata Black Camera sulla piattaforma digitale di Rolling Stone Italia. Ha curato, per Marsilio, diverse pubblicazioni.

 

INFO
Helmut Newton. Legacy
dal 28 marzo al 24 novembre 2024
Patrick Mimran. Out of focus
dal 28 marzo all’11 agosto 2024
LE STANZE DELLA FOTOGRAFIA
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
https://www.lestanzedellafotografia.it

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