Parole

da MArte

Il podcast che ripercorre la storia di Robert Mapplethorpe, oltre la fotografia

di Nicolas Ballario

Si intitola “Mapplethorpe Unframed” il podcast scritto e condotto da Nicolas Ballario e incluso nel format “on Art. L’arte legge il mondo”, ideato da Marsilio Arte per raccontare il presente usando l’arte come bussola. I sei episodi del podcast accompagnano la trilogia di mostre dedicata a Robert Mapplethorpe e inaugurata dall’esposizione veneziana alle Stanze della Fotografia con la curatela di Denis Curti, per poi approdare al Palazzo Reale di Milano e al Museo dell’Ara Pacis di Roma. Il primo episodio, già disponibile sulle principali piattaforme, riunisce le voci del curatore Denis Curti, della storica e critica d’arte Francesca Alfano Miglietti e del giornalista Carlo Antonelli e, al pari della seconda puntata in arrivo il 18 novembre, si ispira ai temi della mostra lagunare. Abbiamo chiesto a Nicolas Ballario di guidarci alla scoperta del podcast

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Mapplethorpe Unframed: guardare oltre la cornice

Ci sono artisti che non si limitano a fotografare il mondo, ma lo mettono in discussione. Robert Mapplethorpe è uno di loro. Le sue immagini non cercano di piacere, ma di rivelare. Non offrono consolazione, ma mettono lo spettatore di fronte a una verità scomoda e insieme magnetica. Forse è per questo che continuano a parlarci, a ferire, a incantare.
Mapplethorpe Unframed nasce dal desiderio di raccontare questa complessità: di restituire voce e corpo a un artista che ha fatto della ribellione un linguaggio visivo e della bellezza una forma di resistenza.
Lo spirito del podcast è quello di un viaggio dentro un’epoca in fermento, l’America del dopoguerra con il suo sogno borghese e la sua perfezione di facciata fino alle scosse radicali della controcultura. In quegli anni la creatività era un gesto politico, l’arte si mescolava alla vita e ogni immagine poteva diventare una forma di rivoluzione. Mapplethorpe attraversa tutto questo come un corpo estraneo e necessario: osserva, assorbe, trasforma. Con la sua macchina fotografica ridisegna i confini del desiderio e della rappresentazione, trasforma il proibito in eleganza, l’ombra in luce, la carne in icona.
In sei episodi, Mapplethorpe Unframed intreccia il mio racconto con le riflessioni di molti ospiti provenienti da ambiti diversi, ognuno con il proprio sguardo e la propria sensibilità. Insieme proviamo a leggere le tensioni che abitano la sua opera: la lotta tra eros e forma, tra libertà e censura, tra desiderio e disciplina. Ne emerge un ritratto sfaccettato, in cui l’artista non è solo un provocatore, ma un interprete del suo tempo, un alchimista capace di trasformare l’eccesso in equilibrio e la fragilità in potenza.
Raccontare Mapplethorpe oggi significa tornare a interrogarsi sul rapporto tra arte e identità, tra corpo e potere, tra ciò che scegliamo di mostrare e ciò che preferiamo nascondere. Significa chiedersi cosa resti di quella ricerca assoluta della forma e del bello in un mondo che ha cambiato regole, linguaggi e sensibilità. Forse, più che mai, il suo sguardo ci costringe ancora a guardare noi stessi. Senza cornice, unframed.

Nicolas Ballario

https://www.marsilioarte.it/mostre-ed-eventi/onart/

BIO
Nato a Saluzzo nel 1984, Nicolas Ballario si occupa di arte contemporanea applicata ai media. I suoi natali professionali sono nella factory di Oliviero Toscani “La Sterpaia”, della quale diventerà responsabile culturale. Ha collaborato con le più importanti istituzioni artistiche e con numerose testate. Attualmente è autore e conduttore dei programmi di arte contemporanea di Radio Uno Rai e collabora con L’Espresso e Il Giornale dell’Arte. Nel 2019 conduce il format sulla fotografia Camera Oscura, su LA7, mentre dal 2020 è alla guida su Sky Arte delle trasmissioni Io ti vedo, ti mi senti?, The Square e Italia Contemporanea. È fondatore dello Studio Cucù e ha curato il dossier che ha portato Alba a essere proclamata Capitale dell’Arte Contemporanea 2027.

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