«Il progetto deve riuscire a costruire luoghi prima ancora che edifici, spazi in cui consentire e facilitare l’incontro tra le persone, la loro esigenza di stare insieme come le città da sempre ci hanno insegnato» Vincenzo Corvino, Giovanni Multari
Il volume L’architettura dialoga con la città, curato da Pierre-Alain Croset, edito da Marsilio Arte, oltre a ripercorrere trent’anni di attività di Vincenzo Corvino (1965) e Giovanni Multari (1963), intende evidenziare i valori etici e metodologici alla base del loro lavoro.
In dialogo con il curatore del volume, entrambi spiegano come, di fronte alle grandi sfide della transizione ecologica e della riqualificazione urbana, il ruolo sociale e il mestiere dell’architetto debbano rinnovarsi profondamente.
Il libro è costruito su sei grandi capitoli tematici — spazi pubblici, restauri monumentali, edifici di rappresentanza, abitare, rigenerazione urbana, architetture religiose — ma ciò che lo rende unico, come scrive lo stesso curatore nel suo saggio introduttivo Architettura come dialogo, è la struttura narrativa fondata sul dialogo continuo tra teoria e pratica, tra storia e futuro, tra progetto e società — in sintonia con il carattere stesso dell’opera dei due architetti.
Il racconto si sviluppa attraverso conversazioni registrate con gli autori, selezionate e riscritte da Croset con un taglio critico ma partecipato, e accompagnate da schede, fotografie e disegni di oltre cinquanta progetti.
Il primo capitolo, Spazi pubblici e connessioni urbane, oltre ad essere un racconto delle origini dello studio e dei suoi primi successi, racconta il progetto degli spazi pubblici come forma di costruzione della città e della cittadinanza.
Il secondo capitolo, Restauro e progetto contemporaneo, affronta la parte più consistente della loro produzione, che si concentra sul rapporto con l’esistente e dunque sugli interventi di recupero e restauro, come il restauro del grattacielo Pirelli o il recupero del convento a Catanzaro, mettendo in evidenza la capacità di leggere la storia come un motore innovativo del progetto e non come vincolo passivo.
Nel terzo capitolo, Abitare collettivo e nuovi paesaggi urbani, l’attenzione si sposta sull’edilizia residenziale, pubblica e privata, e sulle nuove forme dell’abitare intorno alla dimensione collettiva dello spazio domestico, all’integrazione con il tessuto urbano, alla qualità dello spazio aperto.
Il quarto capitolo, Luoghi della cultura e dell’educazione, indaga il valore strategico degli edifici per la formazione e la cultura come luoghi per costruire la cittadinanza.
Il quinto capitolo, Architettura come infrastruttura sociale, raccoglie progetti che esprimono con particolare forza la dimensione etica e politica dell’architettura, dalle sedi giudiziarie alle strutture sanitarie e sociali.
Infine, il sesto capitolo, Visioni per il futuro, è dedicato ai progetti più recenti, molti dei quali ancora in fase di costruzione. Qui si manifestano le direzioni di ricerca più sperimentali dello studio e le sfide che i prossimi anni impongono: la sostenibilità ambientale, la flessibilità d’uso, la trasformazione delle infrastrutture urbane, il dialogo con il paesaggio.
Il libro dunque si propone non solo come una ricognizione completa dell’opera di Corvino e Multari, ma come una riflessione più ampia sul significato di fare architettura oggi, sul ruolo dell’architetto nella società e sul valore del progetto come strumento critico, civile e culturale.
Il volume si conclude con un’ampia sezione di apparati contenete una ricca bibliografia e l’elenco completo dei progetti.
35,00 €