Il volume raccoglie una antologia di scritti di Tancredi Parmeggiani (Feltre 1927 – Roma 1964), interprete tra i più originali della scena artistica italiana della seconda metà del Novecento. Rileggere queste testimonianze, ancora oggi poco conosciute, permette di rimettere in prospettiva, dal suo esordio alla sua prematura e tragica scomparsa, le modalità operative di Tancredi e il suo sentire rispetto alla pittura. Negli scritti emerge il vissuto dell’artista, il fitto tessuto di amicizie e relazioni, ma anche l’incontro con luoghi e paesaggi che vengono metabolizzati e si riversano nella sua ricerca pittorica. Attraverso le autopresentazioni scritte in occasione delle sue mostre e gli appunti raccolti tra le carte del suo studio si possono cogliere la lucidità del suo pensiero sull’arte, la forte critica del conformismo e della diseguaglianza sociale, che anticipa le rivendicazioni del Sessantotto, ma anche il suo profondo malessere, che segnerà fatalmente la sua opera e il suo vissuto. Gli scritti, messi in dialogo con presentazioni e testimonianze critiche spesso difficilmente reperibili e qui riproposte in una antologia, tessono una intensa biografia di Tancredi come artista e uomo.
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