La Quadriennale torna a tirare le fila della produzione artistica nazionale con uno sguardo bifronte, rivolto al presente e al passato.
Fantastica è l’arte, per la sua capacità di dischiudere nuovi orizzonti, a tutte le latitudini e in tutte le epoche. Fantastica, nella sua valenza di verbo, è un’esortazione a riscoprire, oggi, la potenza del simbolico e la forza dell’immaginazione, anche quando la mente fatica a trovare spiragli, nel nostro quotidiano minato dall’affermarsi di modelli e stili di vita che ci hanno trasformato radicalmente negli ultimi venticinque anni, come di fronte alle urgenze di un’attualità che non smette di esporci a vecchie e nuove paure.
Il tema della mostra è l’arte italiana post Duemila, su cui cinque curatori sono stati invitati a riflettere attraverso la proposta di un proprio progetto espositivo. Ciascuno di loro, nella propria singolarità e specificità, concentra lo sguardo su artisti giovani e mid-career, quasi tutti alla loro prima Quadriennale.
I filoni di indagine riguardano i meccanismi dell’autorappresentazione; la figura dell’artista, l’importanza per lui di affermare e mantenere la propria identità anche in relazione con la committenza istituzionale; lo stato delle immagini, mai così pervasive ma forse mai così irrilevanti; il racconto del corpo umano, animale, meccanico — in un’incompiutezza che rivela potenzialità e aperture a nuovi sviluppi.
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