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da MArte

Arte, vita e morte nella poetica di Claudio Parmiggiani

di Massimo Recalcati

L’arte e la psicoanalisi procedono di pari passo nel libro di Massimo Recalcati che riavvolge il filo dell’opera di Claudio Parmiggiani, artista capace di affrontare la ripetizione (e il suo trauma) facendone tesoro. Nella sua introduzione al volume Recalcati spiega perché

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Gli psicoanalisti hanno sempre da imparare, come ricordava Freud, dagli artisti. L’arte viene prima, anticipa e non segue il cammino della psicoanalisi. Quale è, da questo punto di vista, la grande lezione di Parmiggiani? Essa consiste nel porre al centro della sua opera un concetto fondamentale della psicoanalisi com’è quello di ripetizione. La nostra vita appare schiacciata dal passato e dalle tracce traumatiche che si sono impresse su di essa. Il soggetto dell’inconscio ripete ciò che non può elaborare simbolicamente, ciò che risulta inassimilabile all’ordine della rappresentazione, affermava Freud. Qualcosa impone la sua inesorabile ripetizione, non può essere arginato, sfugge al governo dell’Io. La contingenza dell’incontro traumatico si traduce nel ritorno sempre identico a se stesso della sua traccia. Nessuno spazio di manovra, nessuna libertà: siamo assoggettati ai nostri traumi, che la ripetizione riattiva necessariamente. Parmiggiani è pienamente consapevole di questa potenza negativa della ripetizione. Ma la sua grande lezione consiste nel mostrare che è proprio dalla ripetizione che può sorgere la creazione. Egli non concepisce, infatti, la creazione artistica come liberazione dell’immaginazione dal peso ingombrante della ripetizione. Piuttosto si tratta di operare una sua torsione singolare. Per un verso Parmiggiani si trova costretto a ritornare sempre sulla stessa riva, sospinto dall’onda della ripetizione del trauma, ma ogni volta questa onda, che è sempre la stessa, appare miracolosamente nuova. Anche per questa ragione la sua opera artistica non interessa solo la teoria e la pratica dell’arte, ma anche la teoria e la pratica della psicoanalisi. Non è questa, in fondo, la posta in gioco di una psicoanalisi? Come trasformare la ripetizione in creazione? Come non farsi soverchiare dal peso del passato che non cessa di ritornare? Come non lasciarsi schiantare dal carattere inesorabile, senza tregua, necessario della ripetizione? Come fare in modo che la ripetizione stessa sia generativa e non mortifera, che divenga il motore della creazione e non dell’inazione, della trasformazione e non della regressione? Come possiamo, in altre parole, provare meraviglia e non angoscia di fronte alla potenza negativa della ripetizione?

Tratto da Il trauma del fuoco. Vita e morte nell’opera di Claudio Parmiggiani, Marsilio Arte, Venezia 2023

Claudio Parmiggiani, Senza titolo, 2019, campana in bronzo, corda. Courtesy Galleria Poggiali, Firenze. Photo Michele Sereni, Pesaro

Foto cover: Claudio Parmiggiani, Senza titolo, 2019, campana in bronzo, corda. Courtesy Galleria Poggiali, Firenze. Photo Michele Sereni, Pesaro

BIO
Massimo Recalcati è tra gli psicoanalisti più noti in Italia. Le sue numerose opere sono tradotte in diverse lingue. Ha insegnato Psicologia dell’arte nell’Università di Bergamo dal 2004 al 2009. Sui temi dell’arte ha pubblicato: Il miracolo della forma. Per un’estetica psicoanalitica (2007), Melanconia e creazione in Vincent Van Gogh (2014), Il mistero delle cose. Nove ritratti di artisti (2016), Alberto Burri. Il Grande Cretto di Gibellina (2018, con fotografie di Aurelio Amendola).

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