Parole

da MArte

Generoso, inclusivo, sperimentatore: ecco chi era Ugo Mulas

di Denis Curti

La mostra su Ugo Mulas inaugura le Stanze della Fotografia sull’isola di San Giorgio a Venezia. A raccontarla e a descrivere il suo protagonista è il curatore Denis Curti, che mette in luce il legame del fotografo con il mondo dell’arte

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Generoso, inclusivo, sperimentatore, incoraggiante verso tutti. Fintamente perplesso, ma solo per lasciare spazio a nuovi sentimenti. Geniale. Curioso e severo, soprattutto bello, e non solo perché circondato da tanta bellezza. Non ho conosciuto Ugo Mulas e oggi, a distanza di cinquant’anni dalla scomparsa, riesco a farne un ritratto guardando le sue fotografie, leggendo i suoi libri, frequentando l’archivio che ne custodisce la memoria e intervistando tre amici e colleghi che hanno avuto il privilegio di conoscerlo: Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna e Uliano Lucas. Per tutti, Ugo Mulas e stato un punto di riferimento fondamentale per mettere a fuoco le modalità espressive di un linguaggio “ambiguo” che, allora, doveva ancora
trovare un posizionamento tra mestiere e arte: da una parte i processi di documentazione e racconto tipici del reportage, dall’altra l’autonomia autoriale riconosciuta agli artisti. Ed è Mulas a compiere quel passo in avanti che supera questo dualismo e che Michele Smargiassi definisce come: «la fotografia come bene comune, come capitale sociale. Come superficie sensibile della collettività» (M. Smargiassi, La superficie sensibile del mondo, in Ugo Mulas, con commenti di V. Desalvo, 24Ore, Milano 2022).
Da tali spunti sono partito per costruire questo racconto in collaborazione con l’Archivio Mulas e il suo direttore Alberto Salvadori. Diversi ambiti scorrono veloci all’interno di una narrazione che si snoda attraverso dodici sezioni organizzate sotto il titolo emblematico L’operazione fotografica. Duecentocinquanta immagini, documenti, libri, varie pubblicazioni, filmati: una sintesi certamente non esaustiva dell’enorme corpus di lavoro di Mulas, ma in grado di restituire una lettura che si apre alle diverse esperienze affrontate nel corso di una carriera breve e molto intensa. Mulas smette i panni del fotografo dell’arte e degli artisti per rivelarsi un narratore del mondo. Un autore che vuole approfondire tematiche diverse, ogni volta cercando la profondità della “quantità umana”: nel teatro, attraverso un uso delle immagini che diventano scenografie e che ricordano la sua collaborazione con Giorgio Strehler; nella moda, dove coglie la possibilità per scattare ritratti ad amici e a grandi personaggi della letteratura, del cinema e dell’architettura in posa come modelli; nei paesaggi e nelle città, intesi come luoghi di un vivere il presente. L’esperienza continuativa di Mulas alla Biennale di Venezia è invece la testimonianza del suo interesse per la produzione di senso verso quegli artisti che egli stesso considera protagonisti della creazione di futuro e cambiamento. Poi gli autori italiani e stranieri, soprattutto gli statunitensi protagonisti della scena legata alla Pop Art, da cui nasce l’enciclopedico libro New York: arte e persone.
Un’intera sezione è dedicata a Milano e al bar Jamaica che il grande Luciano Bianciardi descrive nel suo libro La vita agra come il «il bar delle Antille». Il Jamaica è il luogo degli incontri, delle amicizie complici: con Mario Dondero, Piero Manzoni, Alfa Castaldi, Pietro Consagra, Carlo Bavagnoli e Antonia Buongiorno, che diventerà sua moglie. A questa segue un capitolo dedicato ai progetti industriali e alle esperienze più interessanti con Olivetti e Pirelli. A chiudere il percorso le “serie” più significative per lo stesso Mulas, quelle dedicate a Calder, a Duchamp e le fondamentali Verifiche e che sono certamente da considerarsi come uno dei più interessanti «esperimenti di pensiero critico» sulla fotografia (La fotografia, a cura di Paolo Fossati, Einaudi Torino 1973).

Tratto da Ugo Mulas. L’operazione fotografica, Marsilio Arte, Venezia 2023

Ugo Mulas, Il laboratorio. Una mano sviluppa, l’altra fissa. –A Sir John Frederick William Herschel, 1970-72 © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli

Foto cover: Ugo Mulas, Il laboratorio. Una mano sviluppa, l’altra fissa. – A Sir John Frederick William Herschel, 1970-72 ©Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli

BIO
Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci di Venezia, è anche consulente della Fondazione di Venezia per la gestione del patrimonio fotografico. Curatore di mostre e autore di vari libri sulla fotografia, dal 2005 al 2014 è stato direttore di Contrasto e vicepresidente della Fondazione Forma e Course Leader del Master in Fotografia per Raffles Milano e fondatore della galleria Still Fotografia. È inoltre autore del saggio Capire la fotografia contemporanea per Marsilio Editori.

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