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da MArte

La Biennale di Venezia: una questione di corpo

di Anna Toscano

Corpi di donne, corpi fluidi, corpi che infrangono la schiavitù dell’immaginario. La poetessa Anna Toscano entra nella mostra di Cecilia Alemani. Alla sua maniera

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Il latte dei sogni è la Biennale di un corpo che non manda un messaggio attraverso la sua apparenza, è la Biennale del corpo femminile lontano dalla decennale conclamata servitù dell’immaginario. A quasi un secolo di distanza dal Codice Hays, che fino al Sessantotto ha manipolato un immaginario stabilito sul corpo facendo pure rivestire Betty Boop, dopo le lotte femministe e le successive rivendicazioni di ogni sacrosanto diritto, rivendicazioni che hanno spesso attraversato il corpo, le artiste presenti in questa Biennale non hanno lavorato negli anni trascorsi a una provocazione, no, hanno determinato attraverso i corpi delle donne nelle loro opere un discorso di fatto, compiuto: la fine della servitù dell’immaginario. Quella servitù che impone che ogni parte del corpo stia dove deve essere e come deve essere e che esista in virtù di chi lo guarda e come lo guarda, è da tempo esplosa: le conseguenze sono visibili in queste artiste che hanno visto ogni cosa prima che accadesse. Non si parla più solo di identità o di diversità in queste opere, non si parla di apparenza, tantomeno di saperi del corpo, né di appartenenza. I ruoli biologici e sociali sono oramai fatti della storia e il guscio è ora un coccodrillo, un divano con le gambe, un mostro di Chihuahua, una figura con una testa a forma di casa, o una testa attaccata storta, una figura con sei gambe e sei scarpe, o senza braccia e senza gambe ma con un paio di scarpe rosse sotto il letto. Il corpo è percezione, o dispercezione, è una certa distanza dalle parti che lo compongono e una certa vicinanza: è l’esaltazione del sé corporeo, percezione basilare collocata nell’emisfero cerebrale destro, che rivive in uno spazio del sentire, in uno spazio del pensare.

È il corpo del postumanesimo, che parla il linguaggio della scienza, della tecnologia, ma attinge dal pozzo dei sogni per farsi vero. Tra loro, tra tanti corpi di donne in opere di molte artiste, un dialogo di occhi, moltissimi occhi aperti sul mondo e in costante dialogo: “Occhi di mille donne / fissi sull’irrealizzabile” scriveva Mina Loy prima degli anni Venti, quando ancora tutte queste artiste stavano mettendo a fuoco la possibilità di ignorare il realizzabile e l’irrealizzabile, per documentare che, sempre con i versi di Loy “la corazza dell’anima / splende ancora”, comunque essa sia, ovunque essa sia, vive di percezione di sé.

Anna Toscano

BIO
Anna Toscano insegna presso l’università Ca’ Foscari di Venezia e collabora con altre università. Fa parte del direttivo della Società Italiana delle Letterate. Scrive per testate e riviste cartacee e online. Un’ampia parte del suo lavoro è dedicato allo studio di autrici donne, da cui nascono articoli, libri, incontri, spettacoli, corsi, curatele, tra cui: Chiamami col mio nome. Antologia poetica di donne vol. II, 2022. La sua sesta e ultima raccolta di poesie è Al buffet con la morte, 2018; liriche, racconti e saggi sono rintracciabili in riviste e antologie. Suoi scatti fotografici sono apparsi in giornali, manifesti, copertine di libri, mostre personali e collettive. Varie le esperienze radiofoniche e teatrali.

INFO
59. Esposizione Internazionale d’Arte
Il latte dei sogni
dal 23 aprile al 27 novembre 2022
Giardini, Arsenale, Forte Marghera, Venezia
www.labiennale.org

Foto cover: Lavinia Schulz e Walter Holdt, Capsula 5 – La seduzione del cyborg. 59th International Art Exhibition – La Biennale di Venezia, The Milk of Dreams. Photo Roberto Marossi. Courtesy La Biennale di Venezia.

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