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da MArte

Tutto è pittura: il punto di vista di Gian Maria Tosatti

di Redazione

Protagonista assoluto del Padiglione Italia all’ultima Biennale di Venezia, Gian Maria Tosatti è ora in mostra al Pirelli HangarBicocca con una serie di opere che riportano al centro la pittura e il suo significato

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Occhi puntati sulla pittura al Pirelli HangarBicocca di Milano, dove sono esposti i cicli pittorici realizzati da Gian Maria Tosatti “sfidando” le aspettative del pubblico. Ci siamo fatti raccontare da lui tutti i dettagli.

La mostra al Pirelli HangarBicocca punta lo sguardo sulla tua pratica pittorica, svelando un ulteriore tassello della tua produzione artistica. Quale valore ha per te la pittura?
In questi anni mi è capitato di parlare molto di pittura, in rapporto al lavoro. È qualcosa che è presente sin dagli inizi, più precisamente dall’opera Tetralogia della Polvere, un grande progetto realizzato all’interno di un edificio costruito da Alessandro Antonelli. Il lavoro consisteva essenzialmente in un disegno di circa cinquemila metri quadrati realizzato con la polvere presente all’interno del palazzo. Pittura e materia annullavano la loro distanza. Per certi versi, ha continuato a essere così. Lavori come l’Episodio di Odessa del mio ciclo Il mio cuore è vuoto come uno specchio non sono decisamente pittorici? Ma, in fondo, vale quel che ci dicevamo con Anselm Kiefer qualche giorno fa, ossia che tutto è pittura, e che la pittura è la matrice di ogni immagine artistica. Quando poi, a volte, la pittura si mostra nella sua nudità, non fa molta differenza. Qui all’Hangar è successo. In realtà è capitato anche altre volte in passato, ma senza che avvenisse in contesti di così grande visibilità. Pittura e opere ambientali, per me, sono movimenti complementari di un unico agire.

Per realizzare i due cicli pittorici esposti per la prima volta a Milano hai utilizzato materiali come oro, ruggine, grafite, carboncino. Qual è il tuo rapporto con la materia?
La materia ha sempre un portato simbolico. L’oro in tutto il corso del mio lavoro ha un valore legato alla trascendenza. In questo caso si relaziona alla ruggine, e quindi la sua qualità di materia incorruttibile è esaltata nel corpo a corpo con la pura corruzione. E questo cercarsi, sbranarsi dei due elementi è la dinamica che definisce l’esito formale dell’opera.
La grafite, invece, è il segno primario della pittura. È dalla matita che nasce il primo bozzetto, il primo schizzo. È la grafite ad aprire le porte della dimensione assoluta della pittura. Per insistere su questo tasto, come Scelsi talvolta insisteva sulla stessa nota, ho deciso di iniziare e finire con la grafite queste grandi tele monumentali.

Il titolo, NOw/here, racchiude una serie di concetti e di possibilità di lettura che rimandano all’idea di tempo (now) e spazio (here/nowhere), temi chiave della tua ricerca. In quale tempo e in quale spazio si collocano i cicli pittorici in mostra a Milano?
Le opere ambientali che negli anni passati sembrano riconnettersi a queste grandi superfici bidimensionali si collocavano in luoghi e tempi precisi. Erano opere di forte valenza politica, calate direttamente in scenari in cui qualcosa di forte, uno scandalo, una violenza, stavano avendo corso. Ma le opere di questa mostra sono astratte. Questi dipinti sono le matrici esistenziali di quei grandi gesti calati nella realtà, e come tali sono atemporali e agiscono nella dimensione assoluta della pittura. Tuttavia, è innegabile che essi portino registrato il sentimento di una generazione. D’altra parte, l’arte vive di questo paradosso. È assoluta e transtemporale (per questo, ancora oggi sentiamo come nostri i grandi capolavori del passato), eppure rappresenta la storia dell’animo umano nei determinati momenti storici che attraversa (al punto che, se volessimo conoscere la mente e il cuore degli uomini del Seicento, sarebbe nell’arte di quegli anni, e non nelle cronache, che dovremmo scavare).

Gian Maria Tosatti, NOw/here, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Il dialogo con il luogo in cui le tue opere prendono forma è un aspetto importante, che influisce sull’opera stessa. Come ti sei relazionato agli spazi del Pirelli HangarBicocca?
L’Hangar per me è stata una sfida. Era il luogo ideale per una grande installazione ambientale. Ed è questo che il pubblico, dopo la Biennale di Venezia, si aspettava. Così ho pensato che il modo più interessante di usare l’Hangar fosse di rovesciarne il senso, di tradirne le aspettative. E così, in uno spazio decisamente inadatto a questo scopo, ho realizzato una mostra di pittura.

Anche il rapporto con chi entra in contatto con il tuo lavoro gioca un ruolo essenziale. Quali riflessioni vuoi suscitare nel pubblico diNOw/here?
Queste opere restituiscono elementi registrati in anni di contatti profondi con gli uomini e le donne che vivono questo tempo. Esse sono il tracciato elettrocardiografico di una generazione. Porsi di fronte a essa è un po’ come porsi di fronte a un referto, e da questo arrivare a renderci conto di come abbiamo condotto le nostre vite finora e di come intendiamo procedere d’ora in avanti. D’altra parte non c’è alcuna dimensione, se non quella simbolica, in cui queste opere si muovono per poter scivolare tanto a fondo dentro se stessi.

Hai rappresentato l’Italia alla 59esima Biennale di Venezia. Che cosa hai imparato da quella esperienza? Ne hai fatto in qualche modo tesoro per la mostra al Pirelli HangarBicocca?
Rappresentare il mio paese alla Biennale è stato un grande onore. Non so dire se da esso abbia tratto lezioni. In realtà le lezioni mi arrivano dai confronti umani con le persone che ho incontrato. La Biennale mi ha consentito di incontrare molti artisti durante la lavorazione del padiglione, da Niamh O’Malley a Uffe Isolotto. Sono diventati miei amici e, come sempre, per gli artisti, sono diventati miei maestri.

BIO
Il lavoro di Tosatti è incentrato sui concetti di collettività e memoria, nella loro valenza storica, politica e spirituale. Svolgendo approfondite e articolate ricerche e rifacendosi liberamente al linguaggio delle arti visive, della performance e dell’architettura, l’artista realizza opere scultoree e grandi installazioni site-specific, spesso concepite per interi edifici o aree urbane e destinate a durare per lunghi periodi di tempo. La sua pratica coinvolge, inoltre, le comunità connesse ai luoghi in cui i suoi interventi prendono corpo, come accade per Sette Stagioni dello Spirito (2013-2016), un titanico progetto in sette tappe che ha interessato diversi edifici emblematici della città di Napoli, precedentemente abbandonati, o più recentemente per Il mio cuore è vuoto come uno specchio, un work in progress iniziato nel 2018, che si sviluppa in più paesi.
Le sue opere e le installazioni site-specific sono state presentate internazionalmente: Tarlabaşi district, Istanbul (2021); lago di Kuyalnik, Odessa (2020); A4 Arts Foundation, Città del Capo (2019); Palazzo Biscari, Catania (2018); Museo Madre, Napoli (2016); Castel Sant’Elmo, Napoli, Museo Archeologico, Salerno, CCS Bard – Hessel Museum, New York (2014). Nel 2022 ha rappresentato l’Italia alla 59. Biennale di Venezia. I suoi lavori, inoltre, sono stati inclusi in importanti rassegne come Manifesta 12, Palermo (2018) o in collettive come le mostre presso Italian Cultural Institute, New York (2019); Galleria Nazionale, Roma, Petah Tikva Museum of Art, Israele (2017); Fondazione Rivoli 2, Milano (2015); Fabbrica del Vapore, Milano, Museo Osvaldo Licini, Ascoli Piceno (2014); Mole Vanvitelliana, Ancona (2013); Lower Manhattan Cultural Council, New York (2011). Tosatti è vincitore del Premio Frescobaldi (2020), del Premio New York (2017), del Premio Fondazione Ettore Fico (2016) e del Premio Terna (2008). Gian Maria Tosatti è anche scrittore e giornalista: collabora con diverse testate, ha pubblicato numerosi saggi, tra cui Esperienza e realtà (2021) e New Men’s Land: Storia e Destino della Jungle di Calais (2017). È il direttore artistico della Quadriennale di Roma per il triennio 2021-2024.

INFO
Gian Maria Tosatti. NOw/here
fino al 30 luglio 2023
PIRELLI HANGARBICOCCA
Via Chiese 2, Milano
https://pirellihangarbicocca.org/

Foto cover: Gian Maria Tosatti, NOw/here, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

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